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  • L'altalena (gennaio 2004)

  • Mano chiusa (novembre 2003)

  • Fuoco fuochino (ottobre 2003)

  • Nascondino (settembre 2003)

    L'altalena

    I tipi di altalena sono 3. Quella originale era un tronco d'albero sottile messo in bilico su una pietra o qualsiasi altra cosa che facesse da perno. Vennero poi i cavallucci di legno dipinti a mano. In seguito furono volgarizzati nella versione di plastica, azionata da un motore elettrico. Infine, le altalene di lusso, con il seggiolino, un tempo imbottito di velluto trapuntato e le corde attorcigliate, legate ad una struttura trapezoidale.

    La regola è semplice: salirci su, trovando se si è pigri, qualcuno che spinga e accompagni l'altalenare con una canzoncina.

    Trotta, trotta, cavallino

    L'altalena più semplice ed amata è quella che si fa sulle ginocchia di mamma e papà, quando ancora si hanno pochi mesi di età. A seconda delle regioni è chiamata con nomi affettuosi e di fantasia. E' d'obbligo una filastrocca per accompagnare i salti del piccolo giocherellone.

    Il bello del gioco. Dondolarsi richiama al bambino il dolce cullare di cui godeva nel grembo della mamma, prima che aprisse gli occhi alla luce. Forse per questo i bambini piccoli non si stancano mai di cavalcare il cavallo a dondolo... Più grandi, preferiscono l'altalena. Lanciarsi nello spazio, pensando per un attimo di potersi sciogliere da tutti i legami per volare, liberi, nel vuoto! Un sogno antico come l'uomo.

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Mano chiusa (dai 2 anni in poi)

Si gioca in coppia. Un bambino nasconde in una mano una monetina o una caramella o un altro oggettino di piccole dimensioni e mostra i pugni chiusi all'avversario che deve indovinare dove si trova l'oggetto nascosto: se ci riesce, vince e si invertono i ruoli. 

Si può accompagnare la presentazione dei pugnetti con una filastrocca. 

Il bello del gioco sta nell'indovinare, rischiare, sfidare la fortuna come in un piccolo gioco d'azzardo. Si è costretti a scegliere senza altra possibilità.

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Fuoco fuochino (dai 2 anni in poi)

Il capogioco dirige gli altri nella ricerca dell'oggetto nascosto.

Con la conta si sceglie il capogioco che mostrerà agli altri giocatori l'oggetto da nascondere e che dovranno cercare; mentre gli altri non guardano, il capogioco nasconde l'oggetto e quindi si dà inizio alla ricerca.

Quando un bambino si allontana dall'oggetto nascosto, il capogioco dice "Acqua!"; se si incammina nella direzione giusta dice "Fuochino!"; quando si avvicina all'oggetto grida "Fuoco!".

Chi scopre per primo l'oggetto vince e ha il diritto di fare il capogioco nel turno successivo.

"Più un bambino è piccolo, maggiore è il divertimento, per lui e per i grandi che lo guardano. Nascondere e poi ritrovare, l'ansia del perdere e la gioia del ritrovamento sono infatti emozioni che i piccoli vivono con un'intensità ormai dimenticata dagli adulti".

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Nascondino (dai 4 anni in poi)

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Tutti si nascondono, eccetto uno, che sta sotto e deve contare.

Chi sta sotto si appoggia con la faccia ad un muro o ad un albero, detto Tana, e, coprendosi gli occhi con l'avambraccio, conta fino ad un numero convenuto, per dare il tempo agli altri di nascondersi.

Quando ha finito di contare, grida: Via!

Poi si volta e comincia a cercare gli altri, che deve catturare uno per uno. Quando vede un giocatore, lo chiama per nome ed entrambi devono correre per raggiungere la tana. Chi arriva per primo ci batte sopra la mano e grida: Tana! Se vince il giocatore, è libero, altrimenti è catturato. Approfittando dell' allontanamento di chi sta sotto, i singoli giocatori possono anche correre alla tana senza essere stati prima scoperti.

Il gioco continua fino alla cattura o liberazione di tutti i partecipanti. Se l'ultimo ad essere scoperto arriva alla tana prima di chi sta sotto, può liberare tutti quelli che sono stati catturati, battendo la mano e dicendo: Tana libera tutti!

Nella partita successiva il primo che è stato catturato sta sotto.

 Il primo nascondino è il gioco del cucù: il gioco più antico ma che garantisce sempre risultati entusiasmanti.

Qualcuno (la mamma, il papà...) si nasconde dietro ad una tenda o una porta o un giornale. Il bambino è spaesato, cerca la persona che improvvisamente gli è scomparsa sotto gli occhi e quando questa sbuca gridando "Cucù", scoppia in una risata liberatoria.

"A 1-2 anni, spiegano gli psicologi, per il bambino esiste solo quello che si vede, si sente, si tocca: quando qualcuno scompare dalla sua vista, è come se non ci fosse più. "E se non tornasse" pensa. Ma ecco che torna. E per essere sicuro che tornerà ancora, sempre, il gioco va ripetuto infinite volte, finchè non capirà che ad ogni scomparsa segue un ritrovamento".

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